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20 Febbraio 2025

Il costo reale delle pulizie in outsourcing: se paghi poco, qualcuno sta pagando al posto tuo

Nel settore dell’ospitalità, la sostenibilità è diventata un tema imprescindibile. Tuttavia, mentre le iniziative ambientali si moltiplicano – energie rinnovabili, soluzioni plastic-free, prodotti cortesia ricaricabili – la dimensione sociale della sostenibilità continua a restare in secondo piano.

Eppure, è proprio lì che si gioca una parte cruciale della qualità reale dell’esperienza e della credibilità delle strutture ricettive.

Uno degli ambiti in cui questa assenza si manifesta con maggiore evidenza è quello delle pulizie in outsourcing: un servizio essenziale, ma troppo spesso gestito secondo logiche che minano la dignità del lavoro e, di conseguenza, la qualità del servizio stesso.


Chi paga davvero il “prezzo basso”

Affidarsi a fornitori esterni per il reparto housekeeping può essere una scelta efficace sia dal punto di vista economico che operativo, se fatta in modo consapevole.
Ma quando il criterio di selezione è unicamente la tariffa più bassa, il risparmio apparente si trasforma in un costo sociale che ricade interamente su chi lavora.

Le conseguenze sono note: ritmi insostenibili, compensi minimi, nessuna prospettiva di crescita, mancanza di formazione e tutele.
In queste condizioni, la sostenibilità scompare, mentre viene alimentato un sistema di sfruttamento che danneggia tutti: lavoratori, ospiti, strutture ricettive.


Capitolati severi, budget irrealistici: il grande paradosso

Le grandi compagnie alberghiere scelgono i fornitori di pulizie con delle gare di appalto molto strutturate, in cui il fornitore deve impegnarsi a rispettare molteplici clausole:

  • capitolati tecnici molto dettagliati,
  • elevati standard qualitativi
  • pensati penali in caso di disservizi e di mancato raggiungimento dei target
  • articolata reportistica mensile

Tutto giusto, tutto lecito.

Ma a fronte di queste richieste, il budget previsto è spesso incompatibile con un’organizzazione del lavoro rispettosa delle persone. E vengono puntualmente premiate le ditte che offrono il prezzo più basso, non le maggiori garanzie di qualità.

Questa incoerenza genera uno squilibrio sistemico.
Chi lavora in modo etico fatica a restare competitivo.
Chi accetta le condizioni lo fa comprimendo le condizioni dei lavoratori e le tempistiche di lavorazione.
Il risultato: elevato turn-over, disservizi e una reputazione che, prima o poi, si incrina.


La vera qualità comincia dalla scelta del fornitore

Ogni struttura dovrebbe porsi alcune domande fondamentali prima di affidare il servizio di housekeeping a un partner esterno:

  • Il prezzo che pago consente davvero condizioni di lavoro sostenibili?

  • Il mio fornitore garantisce formazione e sicurezza?

  • Le tempistiche assegnate per pulire una camera sono realistiche?

  • C’è un clima di benessere tra i lavoratori?

Non si può pretendere qualità da persone messe in condizioni insostenibili.
La vera eccellenza comincia da qui: da una scelta consapevole e responsabile.


Una scelta di campo, anche scomoda

Con Stay Over – la nostra società di outsourcing – ci confrontiamo ogni giorno con strutture che ci chiedono il massimo risultato con il minimo investimento.
Quando proponiamo tariffe adeguate per garantire un trattamento dignitoso ai lavoratori, la risposta più frequente è: “non c’è budget”.

In questi casi, la scelta è netta:

  • scegliere di lavorare al limite del sottocosto

  • o spremere i lavoratori.

Abbiamo deciso di non accettare più questa logica. Preferiamo rinunciare a un cliente piuttosto che sacrificare la qualità e il benessere delle persone. E ci stiamo impegnando per restare coerenti con i nostri valori e per condividere quanto più possibile il nostro messaggio.

Da questa scelta nasce Talea, un progetto con una missione chiara: portare consapevolezza, qualità e rispetto nel settore dell’hospitality, a partire dalla gestione del lavoro nel reparto pulizie.


Da dove iniziare: un approccio più consapevole nella scelta dei partner

Per promuovere un modello sostenibile e responsabile anche nei servizi in outsourcing, ogni struttura ricettiva può iniziare da una scelta più consapevole dei propri fornitori.
Non si tratta solo di valutare il prezzo, ma di verificare che il partner abbia al proprio interno pratiche organizzative coerenti con i valori dichiarati.

Questo significa selezionare realtà che garantiscano trasparenza nella gestione dei carichi di lavoro, che prevedano tempistiche compatibili con la qualità richiesta e che mettano in atto sistemi interni di ascolto e monitoraggio, capaci di raccogliere feedback, prevenire disagi e migliorare l’efficienza complessiva del servizio.
Un buon fornitore non è solo chi pulisce bene: è chi costruisce un sistema solido, umano e professionale, in cui le persone possono lavorare bene e con continuità.


Le nuove generazioni scelgono con consapevolezza

La sostenibilità sociale è oggi anche una questione di reputazione.
I clienti, soprattutto le nuove generazioni, sono sempre più attenti alla coerenza dei brand con cui scelgono di interagire.

Non si accontentano più di dichiarazioni vaghe. Vogliono vedere azioni, persone vere, scelte trasparenti.
Una struttura che comunica il proprio impegno sociale con autenticità – e non solo come elemento di marketing – guadagna fiducia, credibilità e differenziazione.

La stessa dinamica vale anche per il mercato del lavoro.
I collaboratori di oggi (e di domani) non scelgono solo per lo stipendio. Cercano ambienti sani, rispetto, opportunità di crescita.
Una struttura ricettiva che mette in pratica questi valori diventa più attrattiva anche per chi cerca un’occupazione di qualità.


Cosa può fare una struttura ricettiva oggi

Chi lavora nel settore sa quanto sia difficile bilanciare qualità, costi e continuità del servizio. Eppure, è possibile iniziare un percorso di sostenibilità sociale anche senza rivoluzionare tutto da un giorno all’altro.

Tre azioni semplici possono fare la differenza:

  • Rivedere i criteri di selezione dei fornitori, introducendo elementi qualitativi e di coerenza etica oltre al solo prezzo.

  • Dialogare con i partner di outsourcing, chiedendo trasparenza su formazione, turnazioni e gestione del personale.

  • Comunicare agli ospiti le scelte virtuose, per rafforzare il posizionamento valoriale della struttura e intercettare una clientela più consapevole.

La sostenibilità sociale inizia anche da queste scelte, piccole ma decisive. E si costruisce nel tempo, con alleanze sane e durature.


Conclusione

Un’ospitalità davvero sostenibile è quella che tiene insieme ambiente, qualità e persone.
Il reparto housekeeping è un pilastro spesso invisibile, ma fondamentale per l’esperienza del cliente.

Scegliere fornitori che rispettano i lavoratori, investire nella formazione, costruire ambienti di lavoro sani e comunicarlo in modo credibile non è solo etico. È efficace.

Nel turismo del futuro, la vera differenza sarà fatta da chi avrà il coraggio di essere coerente. E umano.


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